Si tratta di progetti molto diversificati e complessi per i quali occorre agire sia sulla persona con disabilità sia sui familiari, intervenendo contemporaneamente su più tematiche: educative, relazionali, di mediazione familiare e giuridiche.
L’intervento della Fondazione presuppone alcune fasi operative:
- ascolto e analisi delle problematiche dei familiari, della persona con disabilità e del contesto
- definizione delle azioni opportune e delle professionalità necessarie
- valutazione delle strategie più idonee
- condivisione delle iniziative con i familiari e, se possibile, con i referenti dell’ente pubblico di riferimento. Valutazioni di possibili sinergie o partnership con altri enti
- avvio degli interventi programmati: nel caso di progetti educativi l’andamento viene accuratamente monitorato nella fase iniziale e a volte anche ri-progettato in itinere.
La fase di avvio degli interventi educativi è sempre molto delicata e vede un costante coinvolgimento dei familiari, che spesso diventano i destinatari delle proposte.
Sostegno ai genitori
Ogni intervento educativo inizia con un ascolto ed un supporto ai genitori che hanno un figlio con disabilità. E’ sempre necessario infatti, affrontare i vissuti emotivi dei genitori, che tendono ad atteggiamenti protettivi o neganti verso il figlio e che a volte ostacolano inconsciamente il percorso graduale di separazione.
Da sempre la Fondazione ritiene importante considerare i genitori e le famiglie come attori fondamentali del processo di cambiamento della vita della persona con disabilità.
Dal 2018 si è costituito “Il gruppo delle Mamme indomite”, un gruppo di mamme che si riunisce il lunedì, a cadenza quindicinale presso la nostra sede, condotto da Tiziana Roppoli, coordinatrice pedagogica e mediatrice familiare sistemica e da Francesca Gavio, coordinatrice dei progetti educativi. Il loro ruolo è quello di favorire la comunicazione e la negoziazione di soluzioni condivisibili dall’intero gruppo, cogliendo gli stimoli dei singoli. Le mamme che partecipano al gruppo hanno condiviso con la Fondazione l’obiettivo di co-progettare il progetto abitativo Una Casa in San Donato, “convivenza abitativa protetta” per persone con disabilità, avviata a marzo 2020.