“6 a Casa” Un nuovo appartamento per vivere in autonomia

15 Aprile 2023: il nastro verde da recidere teso davanti al portone di ” 6 a Casa” rappresenta l’appordo di un lungo viaggio di sostegno per sei uomini con disabilità cognitiva pronti a scrivere un nuovo capitolo della loro vita.

di Tiziana Roppoli

Alessandro Marco e Pino vivevano insieme da cinque anni in via Mazzini. Federico, Giacomo e Tommaso partecipavanno ai progetti propedeutici abitativi di Casa Fuoricasa.

Nei due difficili anni della pandemia Fede, Giacomo e Tommaso, hanno sperimentato la solitudine, l’impossibilità di frequentare gli amici e i luoghi consueti della loro vita autonoma, mentre Ale, Pino e Marco hanno capito quanto fosse importante stare insieme, fare famiglia in tre, proteggersi per andare avanti e sconfiggere la paura del contagio. Poi tutto ha ripreso lentamente il suo corso. Per Fede, Tommaso e Giacomo e per le loro coraggiose famiglie, ha preso forma la consapevolezza che tanta lontananza aveva rafforzato il bisogno di definire il loro progetto comune di vita e di accelerare i tempi del vivere insieme in una casa tutta loro.

In noi si è fatta strada la certezza che un appartamento più grande potesse contenere i bisogni relazionali degli uni e degli altri, assicurando una maggiore sostenibilità economica (dividere le spese per sei) ed uno scambio interpersonale più ricco.

Il gruppo dei 3+3 doveva cominciare a conoscersi sperimentando situazioni comuni, possibilmente divertenti ed originali, per costruire un piccolo bagaglio di ricordi condivisi e per approdare ad una convivenza che sia occasione di crescita e dignità per tutti.

Occorreva trovare una casa, condividere ogni passaggio con loro e con i loro familiari. Rassicurare tutti circa la praticabilità di percorsi virtuosi e condivisi il cui denominatore comune sarebbe stato la bellezza degli spazi di vita, perché: “il bello è terapeutico”

Il 15 aprile nel momento in cui, il nastro verde da recidere è teso davanti al portone di via Di Vincenzo, ci sono i musicisti della “Ambassador Marcin band” e gli abitanti del quartiere che ci sorridono curiosi dai balconi, sentiamo che è solo il primo approdo di un lungo viaggio di rielaborazione e di sostegno. Convincere questi uomini fragili a rimettersi in gioco ed affrontare i cambiamenti sarà un impegno faticoso ma avverrà.

Un lavoro educativo sostenuto dalla tenace convinzione che occorra “fare di ogni vincolo una risorsa”, che occorra osservare e leggere tra le righe le capacità di ciascuno, potenziarne il pensiero autonomo e la dignità, stimolarne le abilità pratiche ed abituarli a condividere le proprie conquiste nel gruppo, consapevoli che la forza di un individuo dipende sempre dal sistema di relazioni positive e significative che ha attorno.

Senza mai dimenticare il ruolo fondamentale svolto dai genitori con l’affetto   e la passione verso i loro figli, con le loro paure, con la consapevolezza, talvolta dolorosa, di doverli osservare mentre si accingono a partire per un viaggio verso l’età adulta e verso la ricerca della felicità, sapendo di essere sempre un porto sicuro dove poter tornare, ma dal quale è consentito salpare per scoprire il mondo.

Sei a casa è un gruppo appartamento in cui convivono 6 uomini con fragilità, supportati in alcune fasce del giorno da 2 educatori, un assistente familiare e un volontario in servizio civile Il livello di autonomia raggiunto in anni di percorsi propedeutici, permette al gruppo di dormire senza presenza di personale durante la notte.

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